A zonzo per l’Italia con un’app
Tra il 2015 e il 2020 la quarta rivoluzione industriale spazzerà via cinque milioni di posti di lavoro. Il dato arriva da The future of Jobs, il rapporto sul futuro delle professioni pubblicato a Gennaio 2016 dal World Economic Forum.
Il nostro paese potrebbe resistere al cambiamento epocale e alla domanda crescente di nuove figure professionali, rispondendo alla sfida dei giganti della tecnologia e dei monopolisti della Sharing Economy solo grazie al patrimonio turistico-culturale e grazie alla creatività, una delle competenze chiave degli italiani.
Dobbiamo inventare nuovi modi di valorizzare il patrimonio che ci circonda e di alimentare un’economia culturale che potrebbe contribuire, finalmente in maniera significativa, al benessere delle generazioni del futuro.
I viaggiatori sono sempre più connessi, per questo motivo è fondamentale accompagnarli in ogni fase del viaggio offrendo loro soluzioni tecnologiche smart.
Proprio con l’obiettivo di unire tecnologia e turismo, la startup Zonzofox ha creato un’app gratuita che guida a zonzo per l’Italia il turista mordi e fuggi e quello tradizionale, in base al tempo a disposizione dell’utente e ai suoi interessi.
Abbiamo intervistato l’italiano Marco Rizzone, fondatore e CEO della startup Zonzofox, che dopo un’esperienza in Silicon Valley ed è tornato con la voglia di realizzare qualcosa di concreto e funzionante “a casa”.
Qual è la storia di Zonzofox?
“La decisione di fondare Zonzofox è nata dalle ceneri di un’esperienza precedente, sempre di startup. Dopo un periodo in Silicon Valley, dove ero andato per svolgere un lavoro di natura prevalentemente consulenziale, al ritorno dagli Usa ho deciso di iniziare un primo esperimento, di “sporcarmi le mani”. La prima esperienza si concluse però con la rottura, ci furono problemi nel team. Lasciai, e con me anche Andrea (Cimino, ndr, CTO di Zonzofox). Dopo essere andati via volevamo provare a fare innovazione, l’idea era ancora forte. Così chiamai anche Nicola Roccatagliata, un mio compagno di Liceo ma soprattutto un brillante product designer, e partimmo per la nuova avventura.”
Le app sul turismo sono in costante crescita, ma Zonzofox ha raccolto una sfida unica: creare un ponte tra tutti i siti turistici includendo le località “minori”, dove c’è un mondo da scoprire, città secondarie che hanno più bisogno di un sistema integrato. Come un amico, Zonzofox suggerisce differenti itinerari in base alle preferenze e alla disponibilità di tempo dell’utente, arricchiti da informazioni che riguardano l’enogastronomia, lo shopping, i musei ma anche i consigli pratici.
Come è nata l’dea di lavorare con il territorio?
L’idea di dedicarci al territorio viene dal nostro DNA. Siamo in Italia, altrove non esiste niente di simile al nostro patrimonio enogastronomico e culturale. La concentrazione di attività che il turista può fare e di luoghi che può visitare, nel giro di pochi chilometri, è altissima. Ma non c’è una buona organizzazione delle informazioni, pensiamo al fallimento di Italia.it, che non ha mai raggiunto lo scopo. L’informazione è rimasta molto frammentaria. Come azienda che fa software, abbiamo deciso di applicare la tecnologia al turismo: l’idea è di colmare il gap che c’è nell’ambito dell’informazione turistica in Italia, un supporto anche per gli Enti
Come funziona un’app che deve tenere assieme tutte queste info?
Il format è in evoluzione e propone un modello per tutta Italia, al contrario di com’è oggi: l’app della Regione è diversa da quella del Comune, il turista conosce poco la nostra geografia o anche se la conosce, fa molta fatica a reperire le info nei diversi siti o app. Certo può andare su Google ma deve sapere cosa cercare. Nel caso delle località più famose c’è meno bisogno di un’info così, infatti l’idea è quella di fare in modo che il turista scopra i luoghi e una volta arrivato possa beneficiare di uno strumento simile a “un amico”, che ti accompagna in giro. Zonzofox grazie agli algoritmi, conosce la rilevanza di un monumento, attraverso il profilo dell’utente sa quali sono le sue preferenze. In questo modo l’applicazione può costruire un percorso sulla base della persona e dei suoi interessi.
Usate i dati open?
Si usiamo principalmente Open Street Map, ci sembra più rispondente alle nostre esigenze.
Come reperite “le chicche” sulle località meno note?
ZonzoFox raccoglie suggerimenti utili da una sempre più vasta community di Local Ambassadors: i consigli di chi davvero vive la città e ne conosce i posti migliori ci aiutano a creare un network diffuso e i contatti sul territorio.
Quindi Zonzofox integra tecnologia e relazioni offline?
Si, vogliamo che lo strumento tecnologico sia a disposizione della persona e gli semplifichi la vita, ma essere accompagnati da una persona è un valore aggiunto. Stiamo iniziando a mappare le guide turistiche professioniste sul territorio, perché possono darci un contributo. Il nostro obiettivo è anche quello di creare una community, con i network di professionisti condividiamo anche i risultati economici.
Il vostro cliente tipico è il turista mordi e fuggi?
Zonzofox è un’app utile soprattutto a chi non ha voglia di pianificare. Abbiamo notato che è molto utilizzata da chi è di passaggio in una città, magari per lavoro, e vuol prendersi un’oretta per fare una passeggiata. Abbiamo utenti molto coinvolti, che ci sostengono moltissimo con recensioni e valutazioni positive. Lo riscontriamo anche dai dati: il tempo di permanenza sull’app è anche di 35/40 minuti, i download ad oggi sono 35.000 e l’abbiamo lanciata solo 1 anno e mezzo fa. Vogliamo essere affidabili. Forse anche essere inseriti da subito tra le migliori nuove app da Apple è stato di grande aiuto.
Esporterete l’app all’estero?
Abbiamo ricevuto molte proposte dall’estero, ma prima vogliamo consolidare Zonzofox in Italia. Per una startup italiana crescere troppo velocemente nell’internazionale senza aver validato il modello in Italia è un rischio.
Come finanziate Zonzofox?
La parte commerciale non è al centro della nostra attività, in questo momento. Il livello di soddisfazione degli utenti è fondamentale. I nostri clienti sono istituzioni, attività commerciali locali come bed e breakfast, ristoranti. Abbiamo connessioni con i sistemi di prenotazione degli hotel e siamo attivando le notifiche push per le attività del territorio che vogliono offrire vantaggi all’utente. Stiamo sperimentando vari canali, non abbiamo un modello imposto. Stiamo coinvolgendo gli albergatori in offerte di voucher e regali agli utenti. La cosa più importante per noi è mantenere la gratuità per l’utente. Stiamo cercando di creare un buon network nell’offline perché preferiamo avere buon rapporto e dare benefit ai partner in loco, anziché pagare gli stessi soldi in pubblicità. Vogliamo offrire loro più servizi.
E per l’estate?
Non potevamo lasciare da parte le spiagge italiane: ne abbiamo mappate 1550, un nuovo regalo per i nostri utenti.
Virginia Marchione