La rivoluzione delle batterie al Grafene: smartphone carichi in 10 minuti
Le batterie al grafene rappresentano solo uno dei mille usi riconducibili al materiale scoperto di recente
La Cina ci sorprende ancora una volta e sempre di più si connota come potenza tecnologica emergente. E’ cinese infatti la prima batteria al grafene, grazie alla quale potremmo ricaricare i nostri smartphone in pochissimi minuti. Si tratta di un’invenzione importante nel panorama delle recenti innovazioni nel settore HI-Tech, soprattutto se si considera il valore ed il ruolo assunto oggi dai telefoni cellulari, indispensabili per chiunque desideri stare al passo con i tempi. Inoltre risponde all’ esigenza diffusa di potenziare la durata di dispositivi che continuano ad accumulare funzionalità, senza alcuna possibilità di ripresa in termini di tempo di utilizzo.

Presentata dalla Dongxu Optoelettronica a Pechino, G-king la batteria del futuro, è interamente in grafene e ricarica lo smartphone in 13 minuti, circa il 90% in meno rispetto ai comuni accumulatori in litio, generalmente usati per i dispositivi elettronici. Il grafene, definito anche “nuovo materiale delle meraviglie”, non ha competitor in grado di reggere il confronto: estremamente resistente e rigido, ha una capacità di conduzione superiore fino a venti volte quella dei conduttori tradizionali, e può essere ricaricato molteplici volte senza danneggiarsi. Si stima infatti, che questo derivato del carbonio dalle enormi potenzialità, possa sopportare oltre 3000 ricariche complete, una conquista sia per l’ambiente, sia per il portafogli.
In realtà il primo prototipo da batteria al grafene, era stato realizzato in Italia nel settore automotive. La ricerca condotta dall’Istituto italiano di tecnologia di Genova, seppur andata a buon fine, non è però evoluta come sperato.

Che la Cina voglia redimersi dalla mancata sottoscrizione del protocollo di Kyoto? Il grafene presenta caratteristiche proprie di un materiale per definizione “ecologico”, o almeno sono in molti a pensarlo. Reperibile in natura tramite una processo noto come esfoliazione, risulta essere 100 volte più resistente dell’acciaio, sebbene al tempo stesso si distingua per leggerezza e flessibilità. Tutti fattori che implicano maggiore longevità e dunque una discreta riduzione dei rischi legati alla salute e all’inquinamento ambientale.
Una rivoluzione che può invadere ogni ambito
Secondo gli scienziati, non sarebbe esagerato affermare che la scoperta del grafene possa essere paragonata alla creazione della plastica, un materiale che nonostante le sue pecche, ha consentito di oltrepassare limiti ritenuti invalicabili. Le batterie al grafene G-King sarebbero quindi solo un esempio, dei risultati ottenibili con questa forma “allotropica” del carbonio, dalle proprietà fisico-chimiche eccezionali. Una fonte energetica a detta degli esperti, capace di sostituire perfettamente ogni tipologia di fonte fossile.
Valentina Barretta