Digital First: a che punto è l’Italia nel percorso di digitalizzazione globale
Digital first è la strategia che sottende la crescita digitale. Il passaggio dall’analogico al digitale ha messo in crisi un po’ tutte le vecchie generazioni, tutte quelle precedenti ai Millenials, per intenderci, come li chiamerebbe Jeremy Rifkin. Sebbene il guru della Terza Rivoluzione Industriale abbia sottolineato l’evidente ritardo italiano in termini di azioni volte a rivedere i modelli produttivi, è innegabile che il cambiamento sia già in atto.
Il concetto secondo cui per garantire al Paese sostenibilità sia ambientale che economica, sia necessaria una progressiva digitalizzazione dei servizi, è infatti ampiamente condiviso in territorio nostrano, consentendo alla pubblica amministrazione di svolgere un ruolo da protagonista nel percorso “rivoluzionario”.
Ma cosa s’intende per pubblica amministrazione digitale? E cosa significa oggi in Italia essere cittadini digitali?
Il fatto che vi sia un’agenzia apposita, con il compito principale di stilare un programma dettagliato per lo sviluppo digitale, la cosiddetta “agenda digitale”, fa ben pensare. Tuttavia lo stesso Antonio Samaritani, direttore generale dell’AgID (Agenzia Italia Digitale), presentando a ForumPA2016 il nuovo ed innovativo piano triennale per la digitalizzazione, già approvato dalla Presidenza del Consiglio, ha parlato di “processi lunghi” e dell’esigenza di accelerare in alcuni settori decisamente indietro per gli standard internazionali.
“Occorrono costanza, metodo e determinazione nel raggiungimento dell’obbiettivo” le parole di Samaritani, che oltre ad elencare le imprese compiute nella giusta direzione, ha illustrato dettagliatamente i temi affrontati dal piano triennale di digitalizzazione.
Secondo le stime presentate, Spid e pagamenti elettronici sarebbero già a buon punto, con quasi 600 servizi collegati ed oltre 15.000 amministrazioni coinvolte, mentre sul piano delle infrastrutture immateriali vi è ancora molto da fare. La stessa cosa avviene in ambito legislativo, dove la strategia di Samaritani si contrappone alla logica della frammentazione finora praticata dalla PA:
“Abbiamo avviato processi legislativi importanti per favorire nuovi interventi ed investimenti, la Legge di Stabilità ne è un esempio” ha affermato il direttore.
Il piano triennale,non negoziabile, sarà invece implementato su tre livelli, proponendo un approccio differente, senza dubbio più smart, perchè capace di stabilire una direzione e dunque una strategia condivisa da tutte le amministrazioni.
Infrastrutture materiali, virtuali ed ecositemi (intesi come strutture complesse ed inclusive), questi i pilastri su cui si reggerà la digitalizzazione italiana, nonostante il 70% dei datacenter del Bel Paese abbia dimensioni ridotte. Ridurre i tempi e dunque i costi della burocrazia, creando un’amministrazione migliore, più semplice e vicina ai cittadini, è l’obbittivo principale.
“Il cambiamento deve riflettersi nella vita di ogni singolo cittadino, che deve comprendere l’estrema utilità del digitale ” il fulcro dell’intervento di Samaritani, condiviso anche da Paolo Coppola, Consigliere politico per l’agenda digitale del Ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione. Italialogin ha proprio lo scopo d’istruire i cittadini in tal senso.
Presenti al convegno tenutosi in occasione del Forum della Pubblica Amministrazione, anche rappresentanti di numerose realtà del panorama aziendale italiano. Cisco, IBM, TIM, HP, Finmeccanica, Poste italiane, Sisal, EMC, Schneider Electric hanno individuato nel documento strategico presentato, uno strumento utile alla realizzazione di “ecosistemi sostenibili” ed in linea con i programmi già avviati.
Un modello utentecentrico ed orizzantale in pratica, incentrato sull’aumento dell’offerta ed i Cloud Services.
Valentina Barretta