Internet of People è la sfida di Fermat

Riportare le persone al centro delle reti è la sfida di Fermat, la nuova piattaforma Peer-to-peer decentralizzata, modulare e blockchain.

Immaginate di chattare, prenotare un taxi, trovare un lavoro o vendere la vostra prestazione da freelance con un’app unica che mette in rete tutti gli interlocutori: avete immaginato Fermat, la nuova piattaforma Open Source (al momento disponibile solo in versione Alpha per Android) basata sul Peer to Peer.
Fermat -accolta con enorme entusiasmo dai pezzi grossi dell’industria- punta a rimpiazzare la Sharing Economy con un sistema libero da terze parti partendo proprio dal presupposto che il termine sharing è una contraddizione, perché poco adatto a un’economia basata su community di utenti paganti spesso non interessati a condividere.

dalla sharing economy al peer to peer
dalla sharing economy al peer to peer

La visione di Fernando Molina, che ha fondato Fermat due anni fa e ha di recente pubblicato il primo White Paper della piattaforma, è quella di tornare allo scambio tra persone, l’Internet of People.

“Fermat è la libertà. Tutto il progetto ruota attorno al concetto dell’utente e della sua privacy, la differenza sta nel come si vuole pagare e con quale moneta. Fermat è un framework che permetterà a tutte le persone da ogni parte del mondo di costruire applicazioni modulari, condividerle, scambiarle e renderle parte di una libreria globale di applicazioni commerciali peer-to-peer”.

Fermat è una piattaforma modulare di app pensata per incentivare lo scambio tra due device, ovvero mettendo in comunicazione diretta due persone interessate l’una al prodotto o al servizio dell’altra: una combinazione tra le transazioni Bitcoin (la criptovaluta che funziona senza banche, creata nel 2009 da Satoshi Nakamoto) e le App che hanno portato al boom della Sharing Economy. Sono sessanta gli sviluppatori al lavoro sull’ambizioso progetto che poggia su tre pilastri:

  • il network: ovvero l’infrastruttura peer-to-peer che permette il passaggio dei dati escludendo i server centralizzati;
  • il framework: la tecnologia che regola l’interazione tra le applicazioni e incoraggia il design collaborativo e il pagamento dell’autore per ogni singolo componente tramite blockchain;
  • l’ecosistema delle app: dove l’utente finale interagisce con gli altri, un ecosistema formato da dozzine di componenti.

La app, distribuita gratuitamente su Android in fase di alpha test, incentiva la collaborazione basata sul design di componenti e la progettazione condivisa. Che cosa significa? Significa avere la possibilità di connettersi attraverso un network che garantisce sia la validità della transazione economica che il riconoscimento del diritto d’autore. Grazie a questo nuovo modello gli sviluppatori potranno vendere le loro app senza doverle distribuire attraverso gli e-store e chiunque potrà mettere in circolo il proprio prodotto e vendere o acquistare tramite telefono.

Fermat è una piattaforma Bitcoin Enabled
Fermat è una piattaforma Bitcoin Enabled

Come faremo a rinunciare ai feedback, e al complesso sistema di intermediari che ci permette di fidarci quando effettuiamo una transazione economica? La risposta si chiama blockchain, un termine con cui dovremo familiarizzare sempre di più in futuro. Le blockchain sono blocchi di dati messi a disposizione sul web tramite volontari, una catena aperta dove le transazioni sono concatenate tra di loro, pubbliche e immagazzinate in blocco ogni dieci minuti. In futuro, grazie a queste catene di dati, potremo conoscere la filiera dei prodotti, verificare la credibilità dei politici, mettere a sistema le miriadi di dati prodotte dai sensori dell’IoT. Hackerarle sarà praticamente impossibile.
Più probabile invece che un giorno, quando gli oggetti saranno completamente autonomi e potranno trasmettere dati, sia proprio l’Internet delle cose ad esporre le nostre vite ad attacchi hacker.

Tornare a valorizzare le reti di individui e la trasparenza è diventata una priorità, poter rispondere a domande come: dove vanno a finire i nostri dati e i nostri soldi? nell’ottica di un futuro oramai vicinissimo incentrato sull’Internet of Things come libertà dalle terze parti, riportare al centro le reti di persone potrebbe essere il vero vantaggio competitivo.
Staremo a vedere.

Virginia Marchione