Italia 4.0
In che modo la Pubblica Amministrazione può favorire lo sviluppo tecnologico, l’industria 4.0 e l’innovazione in Italia? La risposta che il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha dato nel corso di ForumPa, il meeting annuale della pubblica amministrazione, è stata semplice: facendo da driver.
Secondo il ministro in carica infatti, dovrebbero essere gli stessi enti locali a dare imput ai cittadini, basandosi sulle best practice di altre strutture vincenti.
La PA dovrebbe essere considerata un motore per la crescita. Si pensi all’agenda digitale, che gradualmente sta conducendo all’affermazione dell’industria 4.0 e all’automatizzazione dei principali servizi, come l’informatizzazione doganale e la fatturazione elettronica.
L’utilizzo oculato degli Open Data e dunque dell’intelligenza collettiva, l’abbattimento delle barriere, così come la creazione di una knowledge farm attiva, sono tutti elementi che nel Bel Paese hanno contribuito al raggiungimento dei traguardi fin’ora ottenuti. Obbiettivi fissati dall’UE con il documento di direzione strategica “L’Unione dell’Innovazione”, ma che l’Italia consegue ancora con fatica. Perchè?
L’ industria 4.0, ossia quella basata sull’intelligenza artificiale profonda e la graduale informatizzazione, nonchè l’automatizzazione di tutti i settori del vivere quotidiano, in Italia potrebbe essere incentivata da 3 fattori:
- industry di piccoli imprenditori lungimiranti e startup, diffusa su tutto il territorio
- centri di ricerca di eccellenza
- capacità di fare sistema a livello locale facendo leva su scopi comuni
Se a queste peculiarità si accompagnasse una personalizzazione spinta dei prodotti, ossia una maggiore segmentazione del mercato, molto probabilmente si registrerebbe subito un’accelerazione nel campo dell’innovazione. Oggi infatti, anche le aziende minori hanno accesso a risorse molto potenti (grandi numeri e Big Data), per cui l’occasione di fare business con poco è davvero dietro l’angolo. Di esempi ce ne sono (Uber, Bla bla car, Airbnb, Gnammo), basta cambiare mentalità!
Ed è proprio lo shock culturale, il riferimento a degli indicatori precisi mai considerati prima d’ora, che sta portando ad un cambiamento strutturale sia in termini di tecnologia ed innovazione, sia di sostenibilità ed integrazione sociale, in 14 città italiane. Aiutate dai PON città metropolitane 2014-2020, i fondi strutturali della Commissione europea per lo sviluppo delle aree urbane, Torino, Venezia, Genova, Milano, Bologna, Firenze, Roma,Cagliari, Napoli, Bari, ReggioCalabria, Catania, Messina e Palermo hanno deciso di cambiare le proprie priorità in funzione della sostenibilità ambientale, l’inclusione sociale, l’innovazione tecnologica e quindi anche dell’ Industria 4.0.
Valentina Barretta