Juno ha raggiunto Giove

Nessun veicolo era mai giunto così vicino al pianeta più grande del Sistema Solare. A bordo anche due strumenti italiani.

Sono le 11:53 del 4 Luglio a Miami – le 5:53 ora italiana- e nell’auditorium del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena è in corso la conferenza stampa della Missione Juno. Con calorose strette di mano, applausi, abbracci e sorrisi il team della Nasa saluta l’ingresso della sonda spaziale Juno nell’orbita del pianeta Giove, in diretta davanti ai giornalisti di tutto il mondo.

«NASA did it again» ha detto Scott Bolton, lo scienziato a capo del progetto, che ha commentato l’evento epocale agitando i pugni nell’aria in segno di vittoria «è come un sogno che si realizza, e adesso inizia il divertimento. La scienza.»

Una ricostruzione della sonda in avvicinamento a Giove. Da Ottobre, grazie alle immagini inviate da Juno, si potranno avere fotografie eccezionali del pianeta.

Per raggiungere il punto previsto nell’orbita di Giove, Juno ha acceso il suo motore principale per 35 minuti e 2 secondi, per fare il giro completo intorno al pianeta impiegherà circa 53 giorni. Se qualcosa fosse andato storto, la missione da un miliardo di dollari avrebbe fallito il suo obiettivo, perché la sonda avrebbe solo sfiorato l’orbita del pianeta.

«Il team della missione è stato grande, il veicolo ha funzionato benissimo, siamo tutti felicissimi. È un grande giorno.» ha commentato Bolton «per Juno il prossimo passo è quello di girare attorno a Giove e tornare indietro, prima che le batterie arrivino a scaricarsi.»

Juno: un nome che è tutto un programma

Lanciata il 5 Agosto 2011 da Cape Canaveral in Florida, Juno è la prima sonda alimentata a energia solare progettata per operare oltre il Sole, con pannelli di 9 metri composti da 18.698 celle.

Il suo nome è ispirato a Giunone, colei che aveva la capacità di guardare attraverso le nuvole, perché Juno svelerà i segreti del pianeta sfidando le potentissime correnti che impediscono di penetrare il fitto strato di nubi da cui è circondato. Grazie a Juno potremo ricavare informazioni su come si formarono i pianeti che orbitano intorno al Sole e su l’influenza dei pianeti giganti.

La prima fase di raccolta dati inizierà ad Ottobre, ma anche prima di Ottobre gli scienziati potranno ricavare tante informazioni, accessibili al grande pubblico tramite il sito dedicato alla missione. Ma l’obiettivo primario di Juno è quello di capire l’origine e l’evoluzione di Giove, ricercando l’esistenza di un nucleo solido, mappando il potente campo magnetico di Giove, misurando la quantità di acqua e ammoniaca dentro l’atmosfera e osservando le potentissime aurore.

Il ruolo dell’Italia

Il ruolo dell’Italia nella Missione Juno è fondamentale: a bordo oltre alla targa raffigurante Galileo Galilei,il primo a volgere il proprio sguardo verso Giove con il suo cannocchiale, ci sono due strumenti:

  • una camera a infrarossi con spettrometro “Jiram” (Jovian infrared auroral mapper), realizzata da Leonardo-Finmeccanica e dall’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), per l ostudio delle aurore e della composizione dell’atmosfera;
  • lo strumento di radioscienza “Kat” (Ka-band translator), realizzato da Thales Alenia Space Italia e della Sapienza Università di Roma, che analizzerà la composizione interna di Giove e il suo campo gravitazionale.

L’Independence Day: un doppio anniversario

«L’Independence Day è sempre un anniversario importante da festeggiare, ma da oggi l’America avrà anche un’altra occasione da ricordare» ha detto il responsabile della Nasa Charlie Bolden «e cosa c’è di più americano di una missione Nasa che si spinge dove nessun veicolo spaziale è mai giunto prima?»

di Virginia Marchione

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