LIFE EXPLORER stagione 2 ep.2

Nel 2025 il progetto di piattaforma multimediale LIFE EXPLORER è pienamente operativo. Ora, ogni utente può connettersi ad un operatore della piattaforma e attraverso di lui esplorare luoghi e situazioni nel pianeta.

Isabelle Dufour carica la coppa del frullatore con 7 cubetti di ghiaccio a forma di orsetto lasciandoli cadere direttamente dal dispenser integrato al frigorifero, poi apre il frigorifero per raccogliere dal vano interno dello sportello la bottiglia di latte magro biologico in bioplastica ultrasottile che l’azienda Laitsain ha appositamente studiato per limitare l’impatto ambientale dovuto al consumo di prodotti caseari, versa 300 ml di liquido nel misurino già predisposto sul ripiano della cucina e travasa i 300 ml nella coppa del frullatore, prende dalla mensola subito sopra il ripiano della cucina il barattolo di miele biologico del consumo equo e solidale acquistato nell’erboristeria equa e solidale a due isolati di distanza da casa sua, estrae un cucchiaino dalla cassettiera della cucina, apre il barattolo e raccoglie dal suo interno una dose colante di miele, avvicina la coppa del frullatore al barattolo per evitare che il miele possa colare sul ripiano della cucina nel momento della delicata transizione da un contenitore all’altro, gira il cucchiaino a lungo nella coppa del frullatore insieme al latte magro e al ghiaccio fino a quando si chiede se valga la pena di far sciogliere il ghiaccio per asportare dal cucchiaino ogni particella di miele, estrae il cucchiaino, pensa se sia il caso di ripulirlo infilandolo nella propria bocca, decide di soprassedere optando per uno spreco seppur minimo di miele sostenuta dall’idea che l’operazione avrebbe compromesso la sensibilità del suo palato al sapore dolce facendogli poi percepire il pur dolce frullato in preparazione come meno dolce e quindi meno gustoso di quello che potrebbe risultare al suo palato vergine, mette il cucchiaino nella vasca del lavabo, inserisce la coppa del frullatore nell’innesto del frullatore, mette il tappo a pressione con vano apribile sulla cima della coppa, aziona il frullatore a velocità media, prende una banana dalla cesta della frutta posta al centro del ripiano della cucina estraendola dalle arance che la sovrastano, sbuccia rapidamente la banana in modo classico staccandone poi il piccolo nodulo scuro che si trova su uno dei due capi perché le è stato detto da Isabelle Roulleire che è proprio quell’insignificante nodulo a rendere le banane scarsamente digeribili, apre il vano apribile posto sul tappo a pressione che chiude la coppa del frullatore, vi fa scivolare attraverso la banana, osserva dal varco aperto del vano apribile la banana che viene immediatamente travolta dal turbine di latte magro, miele, e ghiaccio ormai frantumato, alza la velocità del frullatore al massimo godendosi attraverso il vano apribile il turbine bianco disegnare un mobile imbuto bianco nel quale risultano ormai inintellegibili i frammenti di banana, resta così qualche istante pensando alla possibilità che l’attrito generato dal movimento all’interno del frullatore possa aumentare la temperatura del contenuto, decide che è possibile e tentenna chiedendosi se un prematuro stop del frullatore possa impedire invece l’auspicabile montare del contenuto rendendolo meno cremoso, confida nel rapporto poco-latte-per-una-banana che dovrebbe garantire la consistenza del futuro frullato e alla fine opta per lo spegnimento del frullatore, apre il tappo a pressione, sfila la coppa del frullatore dal frullatore facendo attenzione ad evitare scatti improvvisi che potrebbero far schizzare il contenuto della coppa in giro, fa mulinare delicatamente la coppa del frullatore in aria, sotto ai suoi occhi, per verificare la consistenza cremosa del suo contenuto, si avvicina al ripiano della cucina dove aveva preventivamente lasciato un piccolo boccale da birra, versa il risultato delle sue operazioni nel boccale rallegrandosi intimamente della consistenza cremosa del liquido, lascia che il liquido coli e quando anche il sottile filo di liquido smette di scivolare nel boccale si volta verso il lavabo appoggiandovi dentro la coppa del frullatore subito sotto lo sbocco del tubo del rubinetto, apre il rubinetto osservando il getto d’acqua entrare e già assaporando nella sua testa il frutto del proprio lavorio, chiude il rubinetto quando l’acqua opaca comincia a strabordare dalla coppa del frullatore, si volta a guardare l’interno del boccale posto sul ripiano della cucina, lo prende in mano attraverso il manico, vi appoggia le labbra e beve un ampio sorso, poi vagamente e forse inconsciamente delusa dalla non aggressiva sensazione del suo frullato sul palato si dirige al tavolo del soggiorno limitrofo alla cucina dove è appoggiato il suo computer Asus nuovo di zecca e vi si siede davanti, consulta la mappa delle attività del sito Life Explorer e rileva numerosi punti rossi che indicano Avatar Explorer attivi e disponibili ad un aggancio in diverse località mondiali. Azionando l’apposita barra laterale attraverso il cursore restringe il campo della mappa a N.Y.C. (così, del tutto casualmente, pensa lei, e invece indotta alla scelta dal film visto la sera precedente ambientato appunto a N.Y.C), rileva nella porzione di mappa che sta osservando un numero imprecisato ma esiguo di Avatar Explorer attivi e disponibili a un aggancio e sposta il cursore su uno di loro, poi spinge il tasto sinistro del mouse e attende l’apertura della schermata. In breve vede comparire davanti a sé il volto opacizzato di una ragazza bionda, capelli a caschetto, che succhia con indiscussa maestria un pene guardando dritta in direzione dell’inquadratura il cui punto di vista si trova all’altezza della testa del proprietario del pene. L’immagine non è nitidissima poiché da dietro la ragazza proviene una chiarissima luce, probabilmente prodotta da una forte fonte luminosa alle sue spalle, che in ogni caso regala all’immagine una dimensione quasi metafisica.

L’immagine non è comunque conforme alle aspettative del Cliente Explorer standard, ed eventualmente sarebbe accettabile solo previa notifica di “contenuto non adatto ai minori perché riguardante atti sessuali espliciti”, ecco quel che passa legittimamente nella mente di Isabelle Dufour dopo i primi istanti di blackout cognitivo di fronte all’immagine mobile della ragazza bionda mentre comincia a stendere mentalmente il messaggio di protesta che ha intenzione di inviare di lì a poco nell’apposita casella messaggi del sito Life Explorer, e potremmo dire che questa bozza mentale indichi in maniera piuttosto precisa i contraddittori impulsi da cui Isabelle è animata. Infatti quel comunque all’inizio della frase che dice: L’immagine non è “comunque” conforme alle aspettative del Cliente Explorer standard, potrebbe ben essere sostituito da un in ogni caso e ci suggerisce che ci sia stato precedentemente all’assunto in questione un fulmineo dibatto sul tema (dibattito interno alla persona stessa dato che Isabelle è sola) altrimenti non sarebbe comparso nella frase che filerebbe benissimo senza il “comunque”, e dato che il dibattito invisibile ha infine portato al rifiuto dell’immagine dovremo concludere che Isabelle abbia precedentemente e fulmineamente accolto l’immagine, che l’immagine l’abbia attratta insomma, e certo questa è cosa comprensibile per una donna di 36 anni in perfetta salute come lei, ma quello che forse resta da comprendere per chi avesse la curiosità di volersi inoltrare nella mente di Isabelle è perché l’immagine mobile della ragazza bionda l’abbia potuta non solo attrarre e respingere a un tempo ma sia stata in grado di innescare in lei una risposta che potremmo definire brutalmente rabbiosa senza che poi di fatto riesca a staccarle gli occhi dal monitor del suo computer. La questione può trovare risposta se spostiamo il problema dal sesso al cibo, poiché Isabelle, per esempio, è irritata dagli odori di cucinato che percepisce nel palazzo che ospita il suo appartamento come dalle ricche portate che al ristorante riempiono il tavolo dei suoi vicini mentre lei è intenta a consumare verdure al pinzimonio non prima di essersi accertata della loro provenienza biologica, e questo potrebbe indurci a pensare che siffatti rifiuti e la violenta e rabbiosa stizza che si accompagna a loro come all’immagine di cui è ora succube di fronte allo schermo del suo computer possano dipendere dal doversi privare, per qualche remota ragione che affonda le sue origini nel rapporto stesso che Isabelle ha con il mondo e con il proprio corpo, di doversi privare, dicevamo, di qualcosa che in realtà l’attrae, la seduce, e che lei ardentemente desidera. Eccola, dunque, morbosamente e rabbiosamente calamitata dall’operato della ragazza bionda, assolutamente decisa a combatterla (soprattutto dentro di sé) e sospinta in questo da tutto l’odio che è in grado di provare. Senza perdere di vista lo schermo che ben presto potrebbe mostrare la questione immagine-mobile-della-ragazza-bionda dirigersi verso un finale, sposta nervosamente il mouse indirizzando il cursore sullo schermo sopra l’apposito tasto di messaggio che il sito Life Explorer mette a disposizione della sua utenza per poter sempre tenere presenti le sue necessità e i suoi suggerimenti, e dopo aver premuto il tasto sinistro del mouse scrive nell’apposita finestra che va ad aprirsi né più né meno quello che si era immaginata di scrivere con la rara abilità delle dattilografe a non guardare neanche per un momento la tastiera e continuando ad osservare invece il diligente lavorio della ragazza bionda che ora alterna all’esibizionismo orale disinvolte pratiche a una e due mani, poi inviato il messaggio di protesta allunga automaticamente la mano verso il boccale e portandoselo alla bocca termina d’un solo voluttuoso fiato il suo frullato dando sfogo a tutta la sua rabbia e annegandola nella cremosa e ormai tiepida sostanza.

Qui stagione 2 ep.1

Luigi Saravo