LIFE EXPLORER stagione 2 ep.4
Nel 2025 il progetto di piattaforma multimediale LIFE EXPLORER è pienamente operativo. Ora, ogni utente può connettersi ad un operatore della piattaforma e attraverso di lui esplorare luoghi e situazioni nel pianeta.
La nuova vita di Rod Sullivan era una specie di autobiografia mentale che Rod andava componendo osservando il nuovo corso che le cose stavano prendendo nel suo quotidiano. Non appena le ante dell’ascensore in specchi e cornici dorate in stile minimalista si chiusero accogliendolo al loro interno Rod, Rod sorrise alla propria immagine riflessa, lasciando scintillare il piccolo diamante che si era fatto incastonare nel canino. Aveva sempre amato le customizzazioni, dalle tavole da skate graffitate alle immancabili Nike Jordan personalizzate, e ora si univa al tutto anche il suo nuovo sorriso flawless colourless da 0.25 carati. Un altro aspetto di questa nuova vita, ben presente anche se momentaneamente meno visibile durante il suo viaggio in ascensore, riguardava la deriva farmacologica imboccata da Rod al fine di poter svolgere al meglio i delicati compiti che la sezione Beta della Life Explorer cui era stato assegnato gli richiedeva. Dopo un primo tentativo di trovare aiuto in rimedi afrodisiaci naturali estratti da foche, gechi, cavallucci marini, pesci ago, cetrioli di mare, ippopotami, e cervi, infatti Rod aveva pensato, con sommo sollievo per tutte queste specie animali, di ricorrere all’aiuto di una piccola molecola inibitrice della PDE5, detta tadalafil e internazionalmente nota come Cialis. L’assunzione della modica quantità di 20 mg di detta molecola, ingerita preventivamente 2 ore prima di una performance (cosa che aveva diligentemente fatto anche oggi) gli garantiva per le 36 ore successive un’erezione di tutto rispetto, nonostante le particolari circostanze in cui si trovava a operare che facilmente avrebbero potuto innescare situazioni da stress prestazionale. C’è da dire che La nuova vita di Rod Sullivan era un’autobiografia mentale dove la verbalizzazione del pensiero languiva a tutto vantaggio della produzione di immagini relative a questo nuovo sé che andava a conformarsi. Immagini che comparivano spontaneamente nella sua testa e che non erano il frutto solo di fantasie intorno al suo presente o al suo futuro, come sarebbe facile pensare, ma che recuperavano il passato storico di Rod con un approccio decisamente revisionista. Il fatto era che Rod stava rivisitando il suo intero passato trasformando i fatti e le loro interpretazioni, e generando un’immagine retroattiva di sé che lo emancipava da tutte le piccole e grandi frustrazioni e debolezze che l’avevano conformata, in un tentativo funambolico di far corrispondere ogni singolo momento del proprio passato al senso di rinnovata fiducia, anzi di cieca fede, che coltivava rispetto a sé stesso e alla propria posizione attuale nel mondo e così ogni momento della vita di Rod subiva un trattamento di rivisitazione autocelebrativa a scapito della realtà dei fatti che assumeva proporzioni preoccupanti. Era possibile che gli elementi generativi di questo processo dipendessero dal senso di nullità che Rod si portava dentro unito a quella speciale sensazione di riscatto che gli aveva regalato il fatto di essere stato preso in considerazione da un gruppo strutturato di esseri umani per ragioni che si collegavano alla sua potenza sessuale, ma in ogni caso il risultato di scollamento e di euforia che questo produceva in lui lo proiettava in un immaginario che ora riempiva fino all’ultima porzione di spazio del non piccolo ascensore che lo stava portando verso uno dei tanti incontri, ormai regolari, con la ragazza bionda in stile Cosmopolitan. Rod uscì nel corridoio e arrivato alla porta della ragazza potè riscontrare dal segnale luminoso che comparve nel piccolo schermo integrato alla lente dei suoi occhiali-camera di essere on line col sito e quindi perfettamente puntuale al suo incontro. Suonò il campanello che trillò amabilmente in due note poste in un intervallo d’ottava discendente, e come se la ragazza bionda fosse ad attenderlo con la mano sulla maniglia la porta si aprì. I preamboli degli incontri erano ormai ridotti al minimo e chiusa la porta la ragazza cominciò a sorridergli slacciandogli i jeans Calvin Clein modello skinny art, neri, che indossava, per poi condurlo verso il consueto divano bianco. La ragazza, lo fece sedere e mentre estraeva il suo pene dai pantaloni gettava periodicamente lo sguardo verso il tavolino liberty posto oltre lo schienale del divano, dove campeggiava lo schermo del suo computer su cui, attraverso il canale riservato del sito Life Explorer, scorrevano le immagini che via via Rod inquadrava attraverso i suoi occhiali. Era evidente che Rod fosse per la ragazza solo la parte organica di un sistema più complesso e che lei svolgesse le proprie performance amatorie con il sistema nella sua interezza, ma la cosa non sembrava disturbare Rod, troppo concentrato ad osservare i potenti effetti dei 20 mg di tadalafil ingurgitati 120 minuti prima. Dopo 10 minuti buoni di diligente lavorio attorno al pene di Rod la ragazza si alzò in piedi davanti a lui, tolse l’ampia maglietta di cui era vestita e cominciò ad assecondare la musica di sottofondo che li aveva accompagnati fin là con ancheggiamenti e autopalpazioni, sfoggiando il proprio sorriso, quando il tutto trovò un inaspettato stop e la ragazza trasformò l’espressione di artificiale desiderio stereotipato del suo volto in una sincera smorfia di disappunto. Rod scosse stupito la testa e seguendo la direzione in cui era orientato lo sguardo di lei si ritrovò ad osservare lo schermo del computer alle sue spalle privo di qualsiasi immagine. Rod era in off line, era chiaro, lo poteva verificare anche dal segnale dei propri occhiali-camera. La ragazza si voltò con fare nervoso e andò a prendere una sigaretta nella tasca del suo giubbotto appeso all’attaccapanni accanto all’ingresso, l’accese, e senza degnare Rod d’un solo sguardo si mise seduta accanto a lui sul divano gettando ogni tanto rapide occhiate al monitor alle sue spalle. I due stettero così qualche minuto con Rod seduto a braghe calate e il pene in erezione, lei che fumava accanto, ed entrambe con lo sguardo nel vuoto davanti a loro. Quando la ragazza ebbe terminato di fumare Rod timidamente prese la sua mano e la pose sul proprio pene imperturbabilmente eretto ma lei a quel punto si alzò, andando a infilarsi nuovamente la maglietta che si trovava sul pavimento, poi si rivolse a Rod e con fare asettico disse: “senti facciamo domani, vuoi? Io avrei un appuntamento più tardi”. Rod sentiva il pene che gli pulsava e gli chiese: “ma non potremmo fare almeno qualcosa?” Lei lo guardò come si guarda un posacenere da svuotare e disse: “Rod, mi spiace, il tempo passa e io dovrei fare delle cose”. Rod allora si riabbottonò i pantaloni con una specie di vuoto siderale nella testa, si alzò e lei lo accompagnò alla porta. “Ciao-Ciao” si dissero i due in maniera atona e Rod uscì. Arrivato in strada cominciò a sentire qualcosa tornare a vivere dentro di sé, si trattava di qualcosa di molto simile ad un rigurgito gastrico, e mentre sentiva il suo pene rabbiosamente compresso nei pantaloni capì che quella rabbia molto probabilmente era la sua. La nuova vita di Rod Sullivan sembrava volergli imporre un nuovo, inaspettato, capitolo, un capitolo intollerabile a quanto lui potesse capirne in quel confuso momento, un capitolo che faceva dolorosamente traballare l’intera revisione delle sue memorie passate, facendo emergere ampi scorci del materiale originale. L’ansia si impossessò di lui che prese al volo il primo taxi disponibile rincasando nel giro di venti minuti, i peggiori della sua vita a quanto potesse ricordare, una specie di concentrato di frustrazioni e senso d’annientamento, che lo attaccava in una versione devastante de La vecchia vita di Rod Sullivan. Arrivato nel suo soggiorno aprì il computer, si connesse al suo sito porno preferito e calatosi nuovamente i pantaloni cominciò a masturbarsi, cosa che data la possibilità del Cialis di rendere eretto il suo pene per 36 ore di fila se stimolato, lo vide impegnato per il successivo giorno solare in un’attività compulsiva che produsse il suo integrale sfinimento psichico e numerose piaghe sul suo apparato genitale, ridotto ormai a una salsiccia di carne frolla.
Luigi Saravo