L’ingrediente segreto della birra

IntelligentX ha creato la prima birra basata su un algoritmo, anche la birrificazione sfrutta i benefici dell’AI.

L’ingrediente segreto della birra perfetta sarebbe racchiuso in un codice elaborato dal computer.

La novità arriva da IntelligentX, una partnership tra la startup Intelligent Layer, specializzata in machine learning, e l’agenzia creativa 10x.

I gusti dei consumatori stanno cambiando, ed è proprio sfruttando i loro feedback che IntelligentX crea il prodotto, puntando sulla rapidità garantita dalla macchina. Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una forte ascesa delle birre artigianali, un fenomeno temuto dalle multinazionali birrarie che da modaiolo e passeggero quale sembrava essere, si è trasformato in un cambio culturale: l’AI potrebbe cambiare tutto, di nuovo.

Sarà un robot a preparare le nostre prossime bevute? Non proprio, ma anche.

Secondo quanto spiegano ad IntelligentX, i consumatori vengono invitati a inserire i loro feedback in un chatbot di Facebook Messenger dopo aver provato la birra. Attraverso un algoritmo chiamato ABI (Automated Brewing Intelligence), il feedback arriva al mastro birraio che realizza una miscela nuova, cercando di soddisfare i gusti dei birrofili.

Amber AI, Black AI, Golden AI e Pale AI le quattro etichette create fino ad oggi (presto reperibili per l’acquisto online) e mentre l’algoritmo migliora, ad Intelligent X sperano che la birra arrivi a vincere le gare più importanti, così da potenziare la formula.

Il sistema ABI utilizza algoritmi che incrociano strutture di dati, ingredienti della birra, tecniche di birrificazione ma anche l’esperienza dei mastri birrai, unendo il tutto ai feedback dei consumatori attraverso Facebook Messenger. Una volta comunicati i feedback, le ricette vengono adattate, di certo un notevole risparmio di tempo dal punto di vista della ricerca.

«Più che sostituire un robot al mastro birraio, IntelligentX sta dando al mastro birraio strumenti sovrumani, perchè il codice permetterà di effettuare test e ricevere feedback sulla birra in tempi rapidissimi» ha detto Hew Leith, co-fondatore dell’azienda.

Quindi per adesso l’operazione suona più come una integrazione, chissà se in futuro anche il mastro birraio sarà in competizione con il birraio robot? Forse no, se non insegniamo ai robot la competizione.

img credits: IntelligentX

Virginia Marchione