Lo “spaceship” di Apple prende forma
L’azienda di Cupertino ha diffuso in un documento le foto del nuovo Campus 2, ancora in costruzione, confermando che architettura green e smart working siano priorità assolute
Procedono i lavori della Apple per la realizzazione dell’incredibile Campus 2. Progettato da Steve Jobs e ripreso poi da Norman Fosterper l’headquarter di Cupertino in California, l’immenso “disco volante” soprannominato spaceship non a caso, inizia ora a prendere forma, riservando grandi sorprese anche ai primi sguardi dall’alto. Circa una settimana fa infatti, un drone lanciato dal gigante della tecnologia digitale, ha immortalato il cantiere aperto con delle suggestive riprese aeree, mostrando come l’esecuzione dei lavori sia già a buon punto.
E’ stata poi la stessa amministrazione Apple a diffondere le immagini tra i suoi collaboratori, facendo notare come sia gli interni che gli esterni dell’opera architettonica, riprendano alla perfezione concetti cari allo smart working ed ai sostenitori dell’edilizia green.
Sorvolando in lungo ed in largo l’enorme struttura circolare a cui lavorano attualmente 5.200 persone e che servirà ad ospitare parte dei 25 mila dipendenti Apple, si avrà subito la percezione di avere davanti spazi molto ampi, ariosi e di facile accesso, ma soprattutto edifici compatibili con l’habitat e l’ambiente circostante. Luoghi di aggregazione all’aperto adiacenti all’area abitativa, quali palestre, piste ciclabili, aree di svago, segnalano chiaramente l’intenzione dell’azienda di Cupertino, di migliorare la qualità della vita del personale, rifacendosi allo stile anglosassone della piazza, concepita come un grande cortile dal cuore verde.
Tra le principali motivazioni che spinsero Jobs a progettare l’enorme anello in una posizione decentrata rispetto al nucleo urbano, vi era senza dubbio la possibilità di decongestionare strade e viali, riducendo il traffico automobilistico ed agevolando la viabilità.
Le foto divulgate, mostrano sia l’area adibita a caffetteria, con ampie vetrate ricurve ed elementi in acciaio inox, sia l’abbondante vegetazione circostante, i prati e gli alberi che hanno saggiamente sostituito il vecchio parcheggio in cemento. Gli arbusti più sviluppati e resistenti, precedentemente coccolati in un vivaio, contribuiranno ad arricchire la biodiversità del luogo.
Le pareti in vetro, 59 per l’esattezza, vogliono fungere invece da lucernaio, allo scopo di riversare la luce all’interno della struttura e sfruttare al massimo l’energia solare. Seguendo la stessa logica, sul tetto saranno posizionati piante ed orti, in modo da poter offrire a tutti l’opportunità di sperimentare il proprio pollice verde coltivando ortaggi.
Valentina Barretta