Napoli, Scampia: da Gomorra a Renzo Piano

Scampia: il Progetto Periferie prevede opere di ammodernamento e riqualificazione mai viste per il Lotto M e l’ultima delle quattro Vele rimaste

Duecentocinquantotto cariche di dinamite ed un boato assordante. Si concluse così il primo intervento di demolizione delle Vele di Scampia, richiesto e supportato nell’ormai lontano ‘97 da Antonio Bassolino, all’epoca sindaco di Napoli. I sette edifici non rispondevano già più alle esigenze del luogo e del contesto sociale, avendo perso già da tempo i requisiti di “cohousing” voluti al momento della costruzione negli anni settanta. Le sette sorelle infatti, sebbene oggi sembri inimmaginabile, nel progetto originario dell’architetto Francesco Di Salvo concretizzavano pienamente il concetto di soluzione abitativa “smart”, idea consolidatasi alle soglie degli anni 80. Un complesso abitativo ciclopico, con ampi spazi comuni e tratti stilistici simili all’ Unitè d’Habitation realizzata a Marsiglia nel 52 da Le Corbusier, che però non ha mai favorito realmente l’integrazione dei residenti al suo interno e nel tessuto urbano circostante.

vele Napoli

Oggi Napoli riconosce le falle di un esperimento sociale divenuto simbolo del degrado cittadino, dichiarandone il totale fallimento e la definitiva eliminazione in vista di una riqualificazione che dovrebbe interessare presto non solo il capoluogo, ma tutto il territorio campano. Il Progetto per le Periferie voluto dal nuovo sindaco Luigi De Magistris, prevede dunque l’abbattimento di tre vele su 4 (lotto M) e la riconversione dell’ultima, allo scopo di migliorare le condizioni abitative e di vita delle persone che vivono nell’area di Scampia. Un processo di rigenerazione che prenderebbe le distanze da un piano urbanistico anacronistico, per anni emblema della criminalità e del malaffare.

mappa scampia

I dubbi scatenati dalla decisione però sono fisiologici e molti esperti di settore coinvolti, tra cui urbanisti ed architetti, non hanno tardato ad esprimere le loro perplessità in merito. Oltre a fare i conti con un passato invadente, capace di minare ogni buona intenzione futura, Napoli non può ignorare il fatto che il progetto iniziale delle Vele, sia stato stravolto in fase esecutiva, per quelle che sul momento erano state definite esigenze sismiche, e non successivamente. La scarsa attenzione prestata e gli interessi in gioco delle pubbliche amministrazioni, hanno così consentito il riempimento indiscriminato dei vuoti con elementi strutturali inadeguati, trasformando luoghi potenzialmente salubri in strutture anguste e poco illuminate.

Perchè comportamenti analoghi non dovrebbero ripetersi?

la cultura è l'unica arma-vele scampia

Lo Stato ha stanziato diciotto milioni di euro per la riqualificazione dell’area urbana partenopea, che in buona misura saranno investiti in servizi per la periferia Nord. Attenzione particolare sarà rivolta al suddetto Lotto M di Scampia, che lo stesso Renzo Piano vorrebbe trasformare in un incubatore di servizi, completo di studentato, ostello, palazzo comunale per le associazioni cittadine, un palazzo delle professioni per incentivare sviluppo ed occupazione, ed un distretto artistico che dia enfasi al concetto di creatività. Tuttavia molto dipenderà dalle iniziative di progettazione partecipata e cofinanziata dall’Unione Europea o dal Programma Operativo Nazionale 2014-2020 (PON), selezionate con l’indizione del bando internazionale.

I primi interventi riguarderanno in ogni caso:

  • l’ammodernamento del sistema abitativo che attualmente comprende 956 alloggi
  • l’edificazione di spazi aggregativi e di utilità sociale
  • la realizzazione di una rete di trasporti efficace e capillare su tutto il territorio
  • l’insediamento di attività terziarie e servizi
  • l’apertura di una nuova fermata della metropolitana
  • la costruzione di un’arteria a scorrimento veloce
  • la riqualificazione del tratto stradale per Scampia della SP 500
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    Si tratta di un’opera che coinvolge molteplici attori, pubblici e privati. Chissà se stavolta la cittadinanza riuscirà a ricoprire il ruolo di prim’ordine che sino ad ora le è stato sottratto.

    Valentina Barretta