Neuralink l’ultima creatura di Elon Musk nata per collegare il cervello umano al computer
Neuralink, l’ultima creatura di Elon Musk è un impianto cerebrale per monitorare le funzioni del cervello e curare i disturbi neurologici.
Prima la scommessa dell’auto elettrica con la creazione di Tesla, poi la conquista dello spazio con la nascita di SpaceX. Ma l’ultima sfida di Elon Musk va oltre: l’obiettivo entrare nel cervello umano.
Elon Musk ha presentato pochi giorni fa a San Francisco i sensori di Neuralink, la sua società di IA applicata alla medicina.
L’obiettivo dichiarato di Neuralink è quello di mettere in comunicazione diretta i neuroni del nostro cervello con le sempre più sofisticate macchine che l’uomo è in grado di realizzare. Lo scopo è prevalentemente medico, per consentire a persone, affette da patologie come il morbo di Parkinson, di migliorare la propria qualità di vita. Ma le prospettive a lungo termine sono ancora più ampie, seppur guardate con sospetto da molti – su tutti, il celebre storico Yuval Noah Harari – che temono l’ascesa di una élite di cyborg.
Già nel luglio 2019, Neuralink aveva reso pubblico di aver realizzato diverse sperimentazioni sugli animali, tra cui topi e anche scimmie, riuscendo ad ottenere esiti positivi.
Rispetto al 2019, quando della tecnologia erano state mostrate solo alcune fotografie e nessuna prova pratica di funzionamento, il design visto durante la scorsa presentazione è decisamente cambiato. Se prima il sistema di Neuralink consisteva in un impianto esterno da installare dietro l’orecchio, ora invece ha l’aspetto di una monetina che può essere adagiata direttamente nella scatola cranica scavando una piccola cavità, tanto da non essere di fatto visibile. E la comunicazione con l’esterno, che era prima cablata attraverso una porta usb, ora avviene con un sistema wireless basato su tecnologia bluetooth a bassa energia. Da interfacciare con un computer, o anche con uno smartphone.
Probabilmente l’analogia migliore per raccontare che cosa faccia il dispositivo è quella utilizzata dallo stesso Musk, descrivendo il tutto come “un fitbit nel cranio”. Nella sostanza, infatti, il sistema registra una serie di informazioni associate all’attività cerebrale, che a oggi possono fornire alcune indicazioni di massima su quello che sta accadendo all’interno del cervello. In pratica, un misuratore di performance, un contapassi cerebrale che si applica – per esempio – all’attività sensoriale.
Alloggiato nel cervello, con sottili filamenti che serviranno a stimolare elettricamente i neuroni, il congegno è collegato allo smartphone che dovrà arricchirsi delle nuove applicazioni ora allo studio. Questa tecnologia che spera di poter perfezionare entro pochi anni dovrebbe, in primo luogo, ridare l’uso delle gambe a chi è paralizzato: «La rottura della colonna vertebrale» ha spiegato Elon, «interrompe la trasmissione del segnale elettrico dal cervello al resto del corpo. Noi lo ripristineremo con due piattaforme Neuralink: una nel cervello e l’altra subito sotto la frattura, per far arrivare agli arti gli impulsi elettrici che non possono più passare per la spina dorsale».
Neuralink non ha ancora ottenuto i permessi per la sperimentazione sugli esseri umani, ed è anche per questo che la presentazione dal vivo è stata effettuata utilizzando un maiale, battezzato Gertrude, in cui il dispositivo era stato innestato da circa due mesi (mostrando come il Link sia in grado di resistere a lungo in un ambiente altamente corrosivo come il cervello).
Elon Musk l’ha chiamata la “demo dei tre porcellini” e qualcuno ha rilanciato citando i “cypork”, un passo che va ben oltre le pecore elettriche dell’immaginario di Philip Dick. Durante la demo gli spettatori (con mascherina i presenti, in streaming tutti gli altri) hanno potuto vedere muoversi in un recinto Gertrude seguendo le sue connessioni cerebrali sul display di un computer.
C’è voluto un po’ perché Gertrude decidesse di muoversi, ma alla fine Musk ha potuto mostrare il grafico in movimento che tracciava l’attività neurale mentre l’animale grufolava nella paglia. I ricercatori di Neuralink hanno già testato il dispositivo su tre maiali, con due impianti ciascuno, monitorati a loro volta mentre si muovevano su un tapis-roulant apparentemente “sani, felici e del tutto simili a un maiale dal comportamento normale”.
Ma Neuralink è andata anche oltre, procedendo con i primi studi clinici su un numero ristretto di pazienti umani per il trattamento di paralisi o paraplegia, ha spiegato il dottor Matthew MacDougall, senza però dare alcun dettaglio sui tempi. Musk ha specificato che l’evento è stato organizzato per il reclutamento delle cavie umane, ma non per la raccolta di fondi. Il suo intento è di richiamare altri scienziati ed esperti per accelerare lo sviluppo di innovazioni per ora limitato ai laboratori accademici.
Al di là dell’assistenza sanitaria, Musk, che ha più volte messo in guardia sui rischi dell’intelligenza artificiale, ha affermato che l’impianto “garantirà il futuro dell’umanità come civiltà connessa all’intelligenza artificiale”.
La sperimentazione effettiva su esseri umani, stando alle promesse di Elon Musk, potrebbe cominciare nel 2020 e coinvolgerà prima di tutto persone che hanno subito gravi danni al midollo spinale. “Vogliamo che il nostro dispositivo sia affidabile ed economico, affinché chiunque lo desideri possa averne uno”, ha spiegato lo stesso fondatore di Neuralink.
E qui il progetto Space X di Elon Musk
Luigi Saravo