OpenGeodata Italia: il progetto Copernicus
Di OpenData in Italia si è iniziato a parlare circa cinque anni fà, quando la pubblica amministrazione con apposita normativa (221/2012), ha iniziato un lento e lungo processo di apertura in questo senso.
La quarta conferenza OpenGeoData Italia, tenutasi presso la sede del CNR in piazzale Aldo Moro a Roma, ci ha confermato che se pur con estrema lentezza, le istituzioni nostrane stiano procedendo nella direzione giusta, rendendo disponibili grandi patrimoni di dati su una pluralità di piattaforme tematiche create ad hoc, tutte rigorosamente OPENSOURCE.
La consultazione dei dati riprodotti in modo dinamico, può offrire una rappresentazione veritiera della realtà
Ma il modo in cui una popolazione intera, e non solo alcune categorie di business, possa realmente avvantaggiarsi con i Big Data nei prossimi anni, costituisce ancora materia di studio.
In linea con l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, anche l’Italia comincia ad interessarsi progressivamente al tema EO – Earth Observation – ossia alla gestione dei dati pervenuti dal satellite, al fine di incontrare esigenze emergenti nel mondo degli affari, ma non solo. L’obbiettivo consiste infatti nel rendere accessibili a tutti, le informazioni raccolte dalle cosiddette “sentinelle”, al momento inserite nel progetto europeo Copernicus.
Nato come programma della Commissione Europea, volto essenzialmente al monitoraggio globale dell’ambiente e della sicurezza, Copernicus si avvale di 3 grandi satelliti, più uno in procinto di essere mandato in orbita. Questi, uniti ai numerosi sensori terrestri, sono in grado di monitorare ed incamerare informazioni in tempo reale, con risvolti utili anche per settori lontani da quelli inizialmente indicati come prioritari. Ovviamente il migliormento della gestione di potenziali catastrofi naturali resta tra le funzioni principali, così come il controllo della qualità dell’aria o la previsione dei cambiamenti climatici. Tuttavia i dati riguardanti città, densità demografica, trasporti e nuovi bisogni metropolitani, potrebbero creare valore aggiunto e dunque occupazione, garantendo nel lungo periodo, una maggiore sostenibilità all’Europa.
La difficoltà di reperire dati riguardanti le aree metropolitane, deriva dal fatto che non esistano ancora database specifici
L’analisi cartografica di recente affermazione, ossia lo studio del dato sul territorio, potrebbe inoltre contribuire ad accellerare gli sviluppi dell’ambizioso progetto. Quest’ultima dovrà essere considerata infatti uno strumento funzionale ed assolutamente non accessorio.
La nuova scuola di pensiero che fonda le proprie considerazioni sull’analisi degli Open Data, ha però delle remore riguardo all’utilizzo indiscriminato dei satelliti ed inevitabilmente delle informazioni ottenute senza alcuna forma di controllo.
Il progetto Copernicus in effetti non contempla, almeno per il momento, alcuna forma di vigilanza, basandosi in estrema sintesi, su tre i pilastri portanti:
- l’aggregazione dei dati consente l’analisi dei medesimi
- la conoscenza informale crea massa critica
- opendata=opengovernment
V.B