Questo edificio è il futuro?
Mentre il mondo si prepara a ridurre i consumi energetici entro il 2020, ad Amsterdam esiste un edificio ultra-sostenibile che produce molta più energia di quella che consuma.
Gli edifici delle nostre città sono la prima causa di emissione di CO2, efficaci azioni di retrofitting potrebbero renderli più compatibili, ma la costruzione di città concepite per rimettere in circolo l’energia prodotta inizia soprattutto dai nuovi progetti. Un imperativo, se si tiene conto che il 22 Aprile scorso a New York presso le Nazioni Unite, i rappresentanti di circa 170 paesi hanno firmato l’accordo di Parigi sul cambiamento climatico, in occasione della Giornata della Terra.
L’accordo ha sancito l’impegno al dimezzamento del budget di carbonio e conseguenti limitazioni severe nello sfruttamento delle riserve accertate di petrolio, gas e carbone, con l’obiettivo di restare entro il limite dei 2°C nel corso del 21esimo secolo.
Con l’aumento della popolazione e dei dispositivi per abitante connessi alla rete (50 miliardi entro il 2020), entro il 2040 ci sarà bisogno dell’80% in più di energia. Ma se entro il 2020 dovremo anche dimezzare le emissioni di CO2, diventando più efficienti e producendo energia da ridistribuire, anche le città dovranno cambiare volto.
The Edge: un modello di edificio ultra sostenibile
The Edge è la sede di Deloitte ad Amsterdam che ha aperto i battenti nel 2014, battezzata così perché al top della tecnologia e dell’innovazione.
Considerato tra gli edifici più sostenibili del pianeta, il suo progetto architettonico sfrutta la migliore esposizione alla luce grazie ad un parco di pannelli solari e una struttura IoT, che garantiscono l’autoproduzione del 102% del suo consumo.
Nel Dicembre 2014 l’edificio ha ricevuto il più alto punteggio nel test per la sostenibilità degli edifici BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Methodology).
Oltre ad essere ultra-sostenibile, The Edge è anche l’edificio più intelligente del mondo: con i suoi 28.000 sensori su 40.000 metriquadri interni è un palazzo per uffici che sa dove i suoi frequentatori vivono, quale mezzo utilizzano per spostarsi in città, ed è stato concepito per regalare ai dipendenti dell’azienda un’esperienza di smart working. Il tutto è coordinato da un’app che guida la persona, dal risveglio a casa all’ingresso nell’edificio, in un ambiente improntato al miglioramento del comfort, della salute e della produttività che è in grado di scegliere la scrivania giusta a cui inviare il dipendente, in base agli impegni della giornata.

La vita in un edificio intelligente
Quello di The Edge è un utilizzo dell’IT pensato per dare forma al modo di lavorare e agli spazi in cui la persona si muove. Tuttavia, oltre che finalizzato all’efficienza nell’utilizzo delle risorse, è anche finalizzato al migliore utilizzo degli esseri umani: all’interno di The Edge tutto può essere ottimizzato, grazie ai Big Data l’edificio può comprendere e condizionare l’uso che i suoi frequentatori fanno dello spazio.

Come hanno reagito i dipendenti a queste forme di controllo?Anche se la maggior parte aveva -sulla carta- accettato The Edge, all’apertura solo il 20% utilizzava l’app per registrarsi, una percentuale poi rapidamente calata al 10% e adesso ferma all’1%. Con un utilizzo così basso, è sfumata anche la speranza di poter allocare ciascuno alla scrivania più adatta alle attività del giorno: le persone scelgono di sedersi ogni giorno alla propria scrivania con i colleghi. Non è chiaro il numero di persone che utilizzano i QR codes collocati nelle sale meeting e concepiti per permettere ai frequentatori di essere connessi con tutto ciò che contiene la stanza.
I frequentatori di The Edge hanno di fatto scelto di vivere all’interno di un edificio ultra moderno ma conservando le vecchie abitudini, scegliendo di non utilizzare fino in fondo le mirabolanti funzionalità studiate per rendere il luogo di lavoro sempre più pericolosamente simile ad una casa (o anche più accogliente), e pilotare gli individui sulla base di criteri di massima produttività.
Al netto dell’eccezionale efficienza energetica, unica opzione per il futuro, mettere da parte il concetto di autodeterminazione e libertà in nome dell’efficienza umana è il futuro?
Virginia Marchione