TikTok contro tutti a causa dell’utilizzo dati
TikTok contro tutti potrebbe essere il titolo di un film Hollywoodiano ora che gli Stati Uniti lanciano un attacco all’app cinese.
TikTok, noto in Cina come Douyin è un social network cinese lanciato nel settembre 2016, inizialmente col nome musical.ly.
Attraverso l’app, gli utenti possono creare brevi clip musicali, fino a 15 o fino a 60 secondi ed eventualmente modificare la velocità di riproduzione, aggiungere filtri ed effetti particolari ai loro video.
TikTok ha raggiunto un successo planetario. Basti pensare che nel complesso è stata scaricato 2 miliardi di volte, con 800 milioni di utenti mensili, di cui una trentina negli Stati Uniti.
Il 2 luglio 2020 il gruppo di hacktivisti Anonymous ha denunciato la pericolosità dell’app identificandola come un vero e proprio malware controllato dal governo Cinese, il quale agirebbe per eseguire uno spionaggio di massa.
Il tweet degli Anonymous:
«Cancellate TikTok in questo stesso momento e se conoscete qualcuno che lo usa, spiegategli che non è nient’altro che un malware nelle mani del governo cinese, intento in una colossale operazione di sorveglianza di massa.”
A questo proposito in Europa è stata chiesta una task force contro i rischi del social cinese per verificare come vengano effettivamente usati i dati caricati e se vengano controllati dal governo centrale cinese.
Ora il Financial Times rivela che la casa madre ByteDance potrebbe essere inserita sulla “lista nera” del dipartimento del Commercio, la stessa in cui è stata inclusa Huawei proprio a causa della questione inerente all’utilizzo dei dati.
«Stiamo sicuramente valutando la cosa».
Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha risposto così, durante un’intervista a Fox News , a una domanda sulla possibilità che gli Stati Uniti vietino l’uso delle applicazioni cinesi, «soprattutto TikTok».
Secondo il segretario di stato, infatti, l’americano medio che scaricasse l’app, si ritroverebbe ben presto a fare i conti con il fatto che le sue “informazioni private finiscano nelle mani del Partito comunista cinese”.
Una mossa del genere renderebbe difficile per aziende come Apple o Google fornire a TikTok gli aggiornamenti necessari a farla funzionare sui loro sistemi operativi, arrivando così a eliminarla dagli smartphone degli americani.
Nel clima di scontro a tutto campo tra Cina e Stati Uniti sono state sicuramente politicizzati gli argomenti che riguardano l’applicazione, ma il problema sull’utilizzo dei dati senz’altro è un problema reale.
ByteDance ha cercato di rispondere all’accusa separando le proprie attività in Cina da quelle di TikTok fuori dalla Cina, sia da un punto di vista societario, nominando per quest’ultima un amministratore delegato americano, sia da un punto di vista operativo, assicurando che i dati degli utenti vengono gestiti in server situati negli Stati Uniti e a Singapore, non sul territorio della Repubblica Popolare. Ma questa strategia non è stata sufficiente a schivare l’affondo dell’Amministrazione americana decisa a trasformare TikTok in un nuovo caso Huawei.
Le minacce al successo di Tik Tok, però, non arrivano solo dagli Stati Uniti. Anche in India, dove il social cinese è stato da poco bannato dopo lo scontro politico con Pechino, si stanno cercando delle alternative. È il caso, ad esempio, di Roposo, un’app indiana di social media nata nel 2014 per la condivisione di video (e molto simile a TikTok) che ha visto la sua base di utenti salire di ben 22 milioni in soli due giorni dopo che l’India ha bandito le app cinesi.
Insomma, pare che stia nascendo una nuova guerra fredda combattuta sulle app dei social network.
Staremo a vedere.
Luigi Saravo