Perché il turismo spaziale è più vicino di quanto immaginiamo
Nel settore del turismo spaziale sono in costante aumento le compagnie che costruiscono veicoli adatti, tra non molto potrebbero comparire anche i primi spazioporti.
Nei mesi scorsi il team di grafici al servizio del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della Nasa ha realizzato una serie di poster dedicati al turismo spaziale.
Tra le mete del Grand Tour interplanetario ci sono Marte, Venere ma anche pianeti che orbitano attorno a stelle diverse dal sole. Illustrati con grafiche vintage, i messaggi pubblicitari promettono al turista di godere delle imponenti aurore di Giove, di sperimentare l’esplorazione dei ghiacci sotto Europa, di non sentire mai la solitudine su Kepler 16b, il pianeta dei due soli.
Ma come sempre accade di questi tempi quando si parla di futuro, la realtà supera l’immaginazione -forse rimasta qualche anno di troppo a crogiolarsi sognante tra i racconti di Sci-Fi- perché facendo il punto della situazione, sono molte le società che stanno investendo in veicoli per programmi di turismo spaziale:
- La texana Xcor Aerospace sta progettando Lynx, uno spazioplano che potrà compiere più voli al giorno, con un pilota e un passeggero a bordo raggiungerà altitudini di 100 chilometri;
- Virgin Galactic di Richard Branson è diventato il programma di turismo spaziale più importante, con uno spazioplano guidato da due piloti. Porterà fino a 110 km di altitudine fino a sei passeggeri, che prima di scendere e atterrare proveranno l’esperienza della microgravità;
- Blue Origin di Jeff Bezos prevede di montare una capsula a bordo di un razzo a decollo verticale in cui caricare i passeggeri, anche qui al massimo sei, per un volo che ha le stesse caratteristiche del progetto di R.Branson. La capsula sarà riutilizzabile;
- Hyplane è il progetto italiano, coordinato dall’Università Federico II di Napoli la sua struttura è molto simile a quella di un Concorde ed è in grado di arrivare alla quota di 70 chilometri con 3 salti parabolici.
Il turismo spaziale come nuova frontiera di business
Il mese scorso durante la conferenza New Space 2016, l’appuntamento U.S.A. annuale dedicato all’incontro tra startup, grandi aziende e agenzie governative del settore spaziale con investitori privati e innovatori, l’ex manager NASA Mike Suffredini ha annunciato di voler sviluppare una stazione spaziale commerciale da agganciare alla ISS. Secondo Suffredini, la presenza di punti strategici commerciali nello spazio, aprirebbe alla possibilità di molteplici opportunità di business nei settori della ricerca, dei media e del turismo spaziale.
Per tornare in Italia, invece, è notizia di poche settimane fa che l’Ente Nazionale Aviazione Civile (Enac), l’Agenzia federale degli Stati Uniti per l’Aviazione (Faa) ma anche l’Agenzia spaziale (Asi) hanno intenzione di progettare un spazioporto in italia, probabilmente al centro o al meridione:
«Non vogliamo realizzare una semplice pista d’atterraggio, una cattedrale nel deserto, ma un luogo dove partano e arrivino navicelle spaziali, per quello che sarà il turismo spaziale o base di lancio per la messa in orbita bassa di nanosatelliti», ha commentato il presidente dell’Asi Roberto Battiston
In attesa che i primi viaggi prendano letteralmente il volo, possiamo sempre goderci -e persino scaricare in alta risoluzione per farne delle stampe- le bellissime grafiche realizzate dal Jet Propulsory Lab della NASA.
Virginia Marchione